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Atub Associazione Consumatori

Soluzioni al problema del sovraindebitamento

ATUB associazione consumatori è specializzata nel gestire le problematiche derivanti da contenzioso bancario, finanziario e le controversie con gli enti riscossori a partire dall’Agenzia delle Entrate Riscossioni (ex Equitalia). Prestiamo quindi particolare attenzione alle problematiche relative alla posizione del debitore ed alle possibili soluzioni nei casi di sovraindebitamento o di rapporti comunque incagliati. Sono molteplici le casistiche che si presentano alla nostra valutazione, e differenti sono gli strumenti giuridici a disposizione per affrontarle.

1 – Risoluzione della Crisi da Sovraindebitamento

Dalla terza uscita della nostra Rubrica di Informazione del 23 novembre 2018. La legge n.03 del 2012, denominata anche “legge salva suicidi” si rivolge ai cittadini sovraindebitati, ed è una delle misure più efficaci per risolvere quelle situazioni di difficoltà croniche che impediscono il regolare pagamento dei debiti. Al pari delle misure in arrivo quali il condono, la pace fiscale o quelle già in vigore e di prossima attivazione quali la rottamazione ter, occorre conoscere cosa prevede la legge n. 3 del 2012 sul sovraindebitamento. Non sono pochi i privati cittadini che, a causa di eventi eccezionali e di particolari situazioni di crisi economica, non riescono più a pagare i propri debiti e si chiedono se esiste una via d’uscita. La legge salva suicidi è stata pensata proprio per rispondere a queste situazioni di reale difficoltà economica. Cosa prevede la Legge n. 03 del 2012. Per crisi di sovraindebitamento si intendono le situazioni di squilibrio tra gli impegni verso i creditori e l’incapacità del debitore di farvi fronte sulla base delle proprie reali disponibilità economiche e patrimoniali. Le regole previste dalla Legge permettono ai privati cittadini di stipulare accordi con i creditori per il pagamento dei debiti insoluti. Quello che la legge sul sovraindebitamento ha voluto inserire è la possibilità, per i privati cittadini, di pagare i debiti sulla base delle proprie reali disponibilità.

Come funziona, a chi si rivolge: La crisi ha messo in ginocchio chiunque, e sempre più spesso far fronte ai debiti contratti diventa praticamente impossibile. Non sempre è possibile dunque pagare i propri debiti verso Banche od ex Equitalia e, nonostante le recenti novità che hanno previsto la possibilità di rottamazione delle cartelle, e l’ormai imminente pace fiscale, non tutti i cittadini riescono ad assolvere agli obblighi previsti e a rispettare le strette scadenze. La Legge prevede la possibilità per i cittadini che non riescono più a pagare i propri debiti di stipulare un piano di pagamento verso i creditori ricorrendo ad un tribunale e ad esperti. Il debitore in stato di sovraindebitamento può proporre ai creditori, con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi del Tribunale competente, un accordo di ristrutturazione dei debiti sulla base di un piano che assicuri il regolare pagamento dei creditori, estranei all’accordo stesso. Il piano prevede le scadenze e le modalità di pagamento dei creditori, anche se suddivisi in classi, le eventuali garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti, le modalità per l’eventuale liquidazione dei beni. In sostanza, la legge salva suicidi è la possibilità per i privati cittadini, ovvero artigiani, agricoltori, commercianti di rivolgersi al tribunale a seguito di una crisi da sovraindebitamento. In caso di situazione di effettiva difficoltà economica e a seguito degli accertamenti di giudice ed esperto contabile, il privato cittadini potrà accedere ad un piano di rientro creditizio commisurato a debiti ed averi del debitore. I creditori, dall’altra parte, non riceveranno l’intera somma cui hanno diritto, ma solo la parte che realisticamente il debitore può permettersi di pagare. Tra i creditori si possono annoverare anche le Banche ed ex Equitalia. Per quanto riguarda i fornitori la legge salva suicidi prevede delle agevolazioni fiscali dovute al fatto che essi percepiscono delle cifre inferiori rispetto a quelle pattuite precedentemente. Insomma, da un lato il cittadino potrà ripagare i propri debiti in base a quanto realisticamente può permettersi, dall’altro i creditori riusciranno a recuperare parte dei propri soldi.

Le disposizioni delle Legge salva suicidi si rivolgono ai soggetti non fallibili, ovvero privati che non svolgono attività professionale o imprenditoriale (o che, pur svolgendole, hanno contratto debiti per motivi estranei ad esse) e ad enti e imprese che non svolgono attività commerciale e che quindi sono escluse dalla possibilità di ricorrere alla Legge Fallimentare. Sono Esclusi dal piano di rientro e il pagamento del debito in base alla propria concreta disponibilità i soggetti sottoposti a procedure concorsuali, coloro che hanno usufruito della legge negli ultimi 5 anni o che, pur ammessi ai benefici, ne sono decaduti per insolvenza e coloro che non hanno prodotto la documentazione utile a quantificare il debito e a ricostruire la propria situazione patrimoniale ed economica.

In caso di crisi da sovraindebitamento, il privato dovrà consegnare al Tribunale tutta la documentazione necessaria per stabilire l’entità dei debiti, la loro origine, tempi e modalità di pagamento del debito. La legge 03/2012 prevede tre diverse modalità di risoluzione della crisi, ovvero:

  1. Piano del consumatore: è il debitore, ovvero il privato cittadino, a proporre un piano di pagamento rateizzato dell’importo dovuto ai creditori. Se la proposta è approvata dal Giudice le sue condizioni sono vincolanti per le parti. I creditori in tal caso devono accettarle e non hanno facoltà di opporle.

  2. Accordo del debitore: il debitore presenta il proprio piano di pagamento che dovrà essere accettato da almeno il 60% dei creditori e approvato dal Giudice.

  3. Liquidazione del patrimonio: il debitore cede il proprio patrimonio per il pagamento del debito, nella misura delle proprie reali disponibilità. I beni esclusi dalla cessione al creditore sono quelli non pignorabili, i crediti necessari per alimentazione e mantenimento, e quelli derivati da stipendio nella misura di quanto necessario per il mantenimento della famiglia.

Per predisporre il piano di rientro, che stabilisce la misura e i tempi per il pagamento del debito ai creditori, il debitore dovrà rivolgersi ed esperti del settore. Di seguito, presentata l’Istanza al Tribunale competente con la proposta di rientro, il Giudice si avvarrà, per deciderne l’eventuale omologa, di esperti nominati dal Tribunale stesso, riuniti nell’ organismo di composizione della crisi (O.C.C.) chiamato proprio a deliberare sulle singole situazioni dei contribuenti e a redigere e valutare il piano di rientro. Il compito del professionista o dell’O.C.C. sarà non soltanto quello di quantificare il patrimonio del debitore e i beni posseduti, ma anche di analizzare i perché della crisi da sovraindebitamento. Unitariamente alla presentazione del piano di rientro il debitore dovrà indicare anche tutte le somme dovute, i beni e gli atti a disposizione negli ultimi 5 anni, le dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni e le spese necessarie per il sostentamento della propria famiglia. Alle analisi preliminari seguirà la proposta di rientro: il piano dovrà essere presentato al giudice che, con decreto, dovrà fissare la data dell’udienza entro 60 giorni dalla presentazione del piano di rientro.

2 – Assistenza nell’opposizione a decreti ingiuntivi, atti di precetto, pignoramenti, fermi amministrativi: per evitare che insolvenze rimediabili, se gestite nei tempi corretti, si tramutino in procedure esecutive gravose, gestiamo con rapidità quelle situazione ancora opponibili. Le procedure in oggetto possono essere promosse da banche, finanziarie, società di recupero crediti od anche da agenti della riscossione (ex Equitalia ecc.). I nostri legali, previa valutazione preliminare di merito, mettono in atto le procedure volte a tutelare il debitore dalle conseguenze di azioni esecutive le cui conseguenze potrebbero rivelarsi nefaste per il debitore (casa all’asta, pignoramento del quinto dello stipendio, pignoramento e blocco del conto corrente, ecc.).

3 – Assistenza in procedure stragiudiziali: Gestiamo i rapporti con banche, finanziarie ed eventuali agenzie di recupero crediti da essi incaricati. Previa raccolta della documentazione ed analisi della regolarità contrattuale e contabile, consideriamo sempre con il nostro assistito, al netto di eventuali posizioni da stralciare perché illegittime o prescritte, la possibilità di risolvere la controversia in maniera amichevole, evitando, quando possibile, le vie giudiziarie, più lente e costose.

Una procedura da non trascurare è la cosiddetta chiusura delle posizioni debitorie per saldo e stralcio. I nostri legali si occuperanno di valutare la posizione debitoria in essere, di quantificare quella che ritengono essere una possibile offerta congrua, anche sulla base delle effettive possibilità di rientro del debitore; ed infine gestiscono la definizione contrattuale per liberare definitivamente e correttamente il debitore dall’impegno.

4 – Assistenza per anomalie bancarie e finanziarie:

Il contenzioso bancario è quel complesso di procedure, stragiudiziali e giudiziali, che si intraprendono per dirimere le controversie tra banche e clienti, siano essi privati cittadini o imprese. Le iniziative che innescano un contenzioso possono scaturire:

  1. della banca quando ritiene di vantare un credito nei confronti del cliente ormai incagliato od in sofferenza

  2. dal cliente quando ritiene illegittime alcune clausole o condizioni economiche dei rapporti in essere, per chiedere rimborso delle somme pagate alla banca per interessi e commissioni eventualmente non dovuti.

Alcune delle anomalie che più frequentemente si riscontrano nei contratti bancari sono:

  1. anatocismo

  2. sforamento del Tasso Soglia antiusura

  3. commissioni illegittime o non regolarmente pattuite

  4. variazioni unilaterali delle condizioni economiche non previste dal contratto o non correttamente comunicate al cliente

  5. errato calcolo e indicazione di TAEG e ISC in violazione della legge sulla Trasparenza Bancaria

  6. oggetti di alcune condizioni economiche pattuiti in forma indeterminata

L’associazione mette a disposizione degli associati la collaborazione di professionisti specializzati nelle controversie in ambito di contenzioso bancario. È infatti fondamentale ricevere risposte e soluzioni adeguate alle esigenze in materia, soprattutto nei casi in cui i rapporti tra cliente e banca risultino problematici (decreti ingiuntivi, iscrizioni ipotecarie, riduzione o revoca degli affidamenti, segnalazioni in centrale rischi).

Il contenzioso finanziario è prevalentemente rappresentato dalle azioni, stragiudiziali e giudiziali, che il cliente avvia per ottenere risarcimento di danni intervenuti da irregolari transazioni di prodotti finanziari (derivati, titoli). Le vertenze in ordine finanziario sono estremamente attuali a causa delle importanti perdite subite da consumatori e imprese, figlie della crisi dei mercati finanziari e della sempre più accentuata intraprendenza di alcuni intermediari. Alcune istituzioni negli ultimi anni hanno suggerito, a privati cittadini e imprese, in concomitanza alla concessione di crediti a medio o lungo termine (mutui, finanziamenti, leasing) l’acquisto di prodotti derivati e strutturati ad alto livello di rischio speculativo, vendendoli come prodotti assicurativi volti esclusivamente alla copertura del rischio di oscillazione tassi. Talvolta il contratto originario è stato poi modificato, incrementando il valore originario di riferimento, con la finalità apparente di posticipare o ridurre la perdita nel frattempo generatasi.

L’associazione, attraverso l’operato di professionisti specializzati, predispone analisi tecnica delle componenti del prodotto finanziario utilizzato, nonché dei suoi profili di rischio, finalizzata a verificare la presenza di anomalie e sbilanciamenti a favore dell’intermediario. Il contenzioso è talvolta motivato proprio dalla collocazione, da parte dell’istituto bancario, di prodotti finanziari privi dei presupposti e finalità richiesti dal cliente, sulla scia della scarsa competenza del sottoscrittore. L’analisi è poi integrata dall’assistenza legale, fornita dai legali dell’associazione, e finalizzata alla favorevole riuscita della vertenza.

5 – Contenzioso con l’agente della riscossione

La cartella esattoriale è un atto con cui l’ente riscossore, che può essere l’ex Equitalia (ora Agenzia delle Entrate Riscossione) oppure altro, chiede il pagamento di una somma eventualmente dovuta dal cittadino per tasse, imposte, contributi o sanzioni. Tale richiesta può derivare da un inadempimento da parte del contribuente o direttamente dalla verifica dell’Amministrazione Finanziaria. La cartella deve contenere tutti i dati e le indicazioni utili alla verifica della legittimità del tributo contestato. Risulta quindi determinante la possibilità di verificare con esattezza tutte le componenti della contestazione, al fine di poter impugnare la cartella e chiederne l’annullamento qualora ve ne siano i presupposti. Nel caso in cui questa contenga vizi formali o sostanziali. Al contrario, nel momento in cui la cartella dovesse risultare corretta e legittima, è possibile richiedere la rateizzazione del debito o la rottamazione.

L’Associazione si occupa di assisterti per valutare la regolarità della cartella o più in generale per gestire la tua situazione con l’Ente. Od ancora per assisterti nel corso del contenzioso ex Equitalia. Le sue procedure in sintesi sono: la verifica di regolarità della cartella ricevuta, la richiesta di accesso agli atti (recupero di tutta la documentazione disponibile) per approfondimenti tecnici, la richiesta di annullamento nel caso di presenza di vizi, la richiesta di rateizzazione nel caso di atto regolare.

Assistiamo i nostri associati nella verifica preliminare dei requisiti e nella successiva eventuale fase di predisposizione delle domande per ciò che riguarda la Rottamazione Ter, di cui anche alla uscita n.4 della nostra Rubrica di Informazione del 30 novembre 2018

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